sofferenza interiore causata da un sinistro stradale

La sofferenza interiore causata da un sinistro stradale va risarcita?

La sofferenza interiore causata da un sinistro stradale va risarcita?

Quando si è vittima di un incidente viene spontaneo pensare al risarcimento delle lesioni subite, alle lesioni che si vedono (fratture, botte, perdita di un arto..), ma le lesioni che non vediamo, le lesioni dell’anima, sono risarcibili ?

Le lesioni non visibili: la sofferenza interiore causata da un sinistro stradale

La sofferenza interiore, la vergogna, la disistima di sé, la paura, la disperazione, il dolore dell’animo: sono tutti sentimenti che devono essere tenuti in debito conto nel delicato procedimento di quantificazione del danno. È davvero così?

Sino a qualche tempo fa la sofferenza veniva compresa nel danno non patrimoniale e non veniva risarcita in modo autonomo.

 

La situazione ad oggi

Dal 2018 ad oggi assistiamo ad un’evoluzione in materia e ad una particolare attenzione dei Giudici agli aspetti del dolore e della pena in sé considerati. E si sta affermando sempre più il principio per cui il danno deve essere liquidato tenendo conto dell’autonomo valore proprio della sofferenza interiore.

In altri termini, il danno morale, inteso come sofferenza soggettiva interiore, è una voce di danno che va liquidata e quindi risarcita separatamente.

 

La sofferenza interiore causata da un sinistro stradale va risarcita?

Ecco che, in presenza di un danno alla salute, devono essere risarcite non solo le lesioni che il medico legale accerta, quelle visibili con una radiografia o con un esame medico, ma anche le lesioni che non hanno un fondamento medico legale, ma che provocano comunque un danno alla vittima quale è appunto la sofferenza interiore.

Attenzione però: benché pare ovvio che, a fronte di una lesione il danneggiato più o meno provi sempre dolore, la sofferenza soggettiva interiore non è scontata. Ecco che, per essere risarcita, deve essere adeguatamente provata.

L’avvocato quindi dovrà ancor di più indicare e fornire prova di tutti quei fatti da cui il Giudice potrà ricavare l’esistenza di un ulteriore danno derivante dalla sofferenza e, in questo modo, pretendere il risarcimento.

Le sentenze di riferimento sono ordinanza Cass. civ. n. 7513/2018, Cass. Civ. Sent. N. 901/2018.

 

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